Tra le dolci colline di La Morra, nel cuore delle Langhe Piemontesi, coglie di sprovvista la chiesa più colorata d’Italia. È la Cappella del Barolo, che con le sue tonalità rosse, verdi e gialle, sprizza vivacità e allegria. Ma c’è di più: immersi tra i vigneti di nebbiolo, il breve percorso per arrivare alla Cappella del Barolo è tutto da vivere. Cosa aspetti? Scopri insieme a me questa destinazione davvero oltre le solite mete!
Un weekend nelle Langhe regala meraviglia. Era da tanto che immaginavo questo momento, e finalmente, dopo mesi, è arrivato. Cosa abbiamo aspettato? Ovviamente la stagione di vendemmia, quando le foglie delle vigne cominciano a colorarsi leggermente di sfumature autunnali, mentre agricoltori indaffarati creano una magica atmosfera da ammirare in contemplazione.
Abbiamo già visitato alcuni borghetti medievali, dove le viuzze odorano di tartufo e antichità. Ci siamo immersi nei filari della coloratissima Vigna dei Pastelli. Abbiamo degustato eccellenti calici di Barolo, nelle cantine dei piccoli produttori. Ora visiteremo una nuova meraviglia, un luogo insolito “oltre le solite mete”, come li chiamo io: la Cappella del Barolo.
Dove si trova la Cappella del Barolo?
La Cappella del Barolo si trova nel comune di La Morra, dove svetta sull’apice di una collina. È abbracciata dai filari di nebbiolo, quei gustosi grappoli a bacca nera, che dopo almeno 18 mesi di invecchiamento in botte daranno origine al Re dei Vini: il Barolo.
La storia della Cappella
La Cappella del Barolo ha una storia centenaria, ma non fu sempre così colorata e attraente. Dal 1914, anno della sua costruzione, fungeva infatti da rifugio per i vendemmiatori che venivano sorpresi da mal tempo e forti piogge. Allora, questa chiesa mai consacrata era nota come Cappella di SS. Madonna delle Grazie. Nel 1970 però la famiglia Ceretto acquistò i 6 ettari di terreno del prestigioso Vigneto di Brunate, dove sorgeva, abbandonata e ormai in macerie, anche la Cappella.
Alla fine degli anni ’90, la famiglia Ceretto decise di rivalutare la Cappella, rendendola uno degli edifici più colorati d’Italia.
Il progetto di Tremlett e Sol LeWitt per la Cappella del Barolo
Furono proprio Tremlett e Sol LeWitt che, accomunati dalla passione per il vino barolo e per il wall drawing, la pittura sui muri, cominciarono a trasformare la Cappella. Con dei vivaci giochi di colori, LeWitt dipinse la facciata esterna, mentre Tremlett con le calde sfumature della terra ne decorò l’interno.
Ora, con la sua meravigliosa vista panoramica e la quiete che la circonda, è diventata un luogo da meditazione, come volevano gli autori.
“un posto dove sedersi, bere un bicchiere di vino, leggere un libro, conversare…magari anche pregare”.
Come arrivare alla Cappella de Barolo di La Morra e l’emozione del suo percorso
Arrivare alla Cappella del Barolo in auto non è complicato. Si trova in una laterale della strada provinciale che porta al paese di Barolo. Tuttavia una volta arrivati ai piedi della collina, bisognerà lasciare l’auto parcheggiata nella via di Località Gallinotto e procedere a piedi per circa 1 chilometro.
Mi incammino su per la salita, verso l’infinito panorama che sbucherà in cima alla collina. È metà ottobre, ed è tempo di vendemmia per i viticoltori delle Langhe. L’atmosfera si carica di operosità e contentezza. Carri colmi di grappoli sfilano fra di noi, come api indaffarate, e gli autisti ci salutano sorridenti consapevoli del loro lavoro d’onore.
I vendemmiatori fra i filari ci mormorano qualche parola, ci ricordano che stanno raccogliendo nebbiolo. Quanto sono fieri delle loro mani e del loro tempo impiegato così!
Passeggiando tra i filari, noto i polposi grappoli ancora incolti e mi riempiono gli occhi di meraviglia ed emozione. Chissà se un giorno una bottiglia di Barolo del Vigneto di Brunate, annata 2020, finirà proprio sulla mia tavola. Magari tra 20 anni, sarebbe un bellissimo regalo.
Arrivata in cima, ecco comparire pian piano i colori sgargianti della Cappella di Brunate. Le sue geometrie ondulate ricordano i profili delle colline, mentre i colori caldi dell’interno quelli della terra e dell’autunno.
Ed è proprio dal retro della Cappella che si intravede in lontananza, come legame tra collina e cielo, il borgo di La Morra, col suo campanile svettante sull’orizzonte. Qui si trova anche l’enoteca di Ceretto Winery, dov’è possibile degustare e acquistare i loro vini.
Un’altra chiesa coloratissima nelle Langhe
C’è un’altra piccola chiesetta, al confine tra Langhe e Monferrato, che mi ha affascinato per la sua particolare fantasia. È la Chiesa della Beata Vergine del Carmine, a Coazzolo, realizzata da Tremlett con la sua tecnica prediletta, il wall drawing. Terra di Siena, verde oliva e ocra, queste sono le sfumature che giocano in armonia con le colline circostanti.
Se vuoi scoprire di più sulla Chiesa della Beata Vergine del Carmine, leggi qui!
Cosa vedere vicino alla Cappella del Barolo: i borghi di La Morra e Barolo
Poco distanti dalla Cappella del Barolo, mi hanno affascinato due borghi molto caratteristici.
La Morra sorprende non solo per la strada che vi ci porta, con dolci tornanti costeggiati da vigne e una particolare Panchina Gigante. Ciò che di La Morra mi è rimasto impresso nel cuore è il suo incantevole Belvedere: la piazza principale del borgo è un vero e proprio balcone naturale che si affaccia sulla bellezza delle Langhe piemontesi. Si distingue in lontananza Barolo, fino all’imponente castello di Grinzane Cavour.
Barolo mi ha catturato il cuore per il suo stile pittoresco e tranquillo: musicisti di strada che mi fanno ballare inconsapevolmente sulle loro note, cantine di Barolo in ogni stretto vicoletto che fanno brillare gli occhi, e l’insolito Museo dei Cavatappi che mi incuriosisce. È qui, inoltre che sorge la cantina più storica delle intere Langhe, e complice della nascita del prestigioso “Vino dei Re”, Marchesi di Barolo.
Insomma, il weekend nelle Langhe ha risvegliato in me non solo l’amore per l’autunno e i suoi caldi colori, ma mi ha fatto innamorare di nuove mete che da tanto sognavo di vivere. La Cappella del Barolo, così insolita e bizzarra, le vigne in cui rifugiarsi per un dolce pic-nic a base di uva, le terrazze panoramiche da cui baciarsi, e i calici di vino che vorrò di nuovo sulla mia tavola.
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