Tra le sinuose colline dorate della Val d’Orcia, domina indisturbato un piccolo borgo medievale, genuino ed autentico. Radicofani sorprende per la tranquillità dei suoi vicoletti, affascina per il suo misterioso bosco esoterico, emoziona per i panorami infiniti dalla cima della sua torre merlata. Sei pronto a meravigliarti? Scopriamo insieme cosa vedere a Radicofani!
Sono ormai 3 giorni che esploriamo la Val d’Orcia. Abbiamo visto Pienza e assaggiato il suo pecorino, visitato le cantine di Montepulciano e degustato i suoi vini. Ci siamo meravigliati davanti ai Cipressi di San Quirico e alla Cappella della Madonna di Vitaleta, simboli dell’intera Toscana.
E ora che è arrivato il momento di “rotolare verso sud” per continuare il nostro On The Road tutto italiano, non potevamo tralasciare Radicofani, il borgo medievale dagli splendidi panorami.
Ma dove si trova Radicofani e come arrivare?
Radicofani si trova al confine meridionale della Toscana, dove si incontra con Lazio e Umbria. Sorge su un’altissima rupe di 896 metri, ed è proprio qui che fu costruita la sua Rocca, capace di tenere sotto controllo tutte le colline della Val d’Orcia. Splendidi panorami circondano Radicofani: dal Monte Amiata fino al Monte Cetona.
Per arrivare a Radicofani da San Quirico d’Orcia, percorriamo la SP 478, passando per Bagni San Filippo. Circondati da colline doratee vigne ancora verdeggianti, notiamo già all’orizzonte il profilo indistinto di una torre dominante. Ci siamo quasi penso, Radicofani non deve essere lontano!
Cosa vedere a Radicofani
Radicofani era l’antica vedetta della Val d’Orcia. Il motivo lo si capisce subito. Lassù, in cima a quella torre, deve esserci un panorama meraviglioso su tutto il territorio toscano. Ma prima di scoprirlo, vorrei assaporare l’atmosfera del borgo, il suo stile ancora autentico e genuino, la semplicità di una terra ancora incontaminata dalla massa turistica, come dico io “oltre le solite mete”.
La statua di Ghino di Tacco
Lasciata l’auto alle porte del paese, incontriamo in Piazza Sant’Agata, la statua di un personaggio storico che ancora non conosco. La targhetta indica il nome di Ghino di Tacco, un insolito “ladro gentiluomo”. Fu proprio lui a segnare la storia di Radicofani. Bandito dal territorio senese, Ghino di Tacco conquistò la Rocca di Radicofani, fino ad allora considerata inespugnabile. Qui Ghino continuò le sue scorribande, derubando i viandanti sulla vicina Via Francigena. Ma da vero Robin Hood, Ghino offriva alle povere vittime un festoso banchetto e lasciava loro lo stretto necessario per sopravvivere.
I vicoletti di Radicofani
Piano piano mi addentro nei vicoletti tranquilli di Radicofani, un intrico di casette in pietra e balconcini in legno che mi ricordano la montagna. Il piccolo centro storico è un inno alla pace e all’autenticità. Da Piazza San Pietro, imbocco Via della Piazzetta e noto una sobria chiesetta incastonata fra le abitazioni della via. Scopro che si tratta della Chiesa di Sant’Agata e sulla sua facciata a capanna intravedo ancora gli antichi archi acuti del vecchio edificio medievale su cui la chiesa è stata costruita.
La mia esplorazione continua e proseguendo arriva in una piazzetta circondata da bellissimi fiori variopinti. È questo l’antico quartiere ebraico del borgo, oggi chiamato Piazza della Giudecca. Assaporo il profumo dei gerani rossi e dei tulipani, mi invogliano a tuffarmi fra i loro vasi, ma un delizioso odore di formaggi e salumi nostrani mi distrae. Proprio alle mie spalle un gruppo di ragazzi accampati nella piazza coi loro zaini giganti si sta rifocillando di panini squisiti. Di fianco a loro un allettante negozio di alimentari, “Pane e Companatico”, e la “Macelleria Salumeria Rossi” devono aver fornito loro il pranzo prelibato.
Con la fame negli occhi, i ragazzi mi raccontano di come sia stata faticosa la tappa B18 della Via Francigena. Da San Quirico a Radicofani hanno percorso ben 35 chilometri, scalato colline, ammirato panorami meravigliosi in mezzo al nulla, fino alla cima del borgo. È ora di pranzo e non mi sorprende la loro ingordigia!
Attraverso una bassa galleria e da Piazza della Giudecca mi ritrovo in Via dei Forni, il paradiso per gli amanti dei dolcetti artigianali e del pane al forno a legna! Come non venir attratti dalla delicata fragranza di pane appena sfornato? E così, il Forno a Legna Clementi ci attira verso di lui, regalandoci per pranzo la bontà del suo pane. Ma l’estasi delle nostre papille gustative non è ancora finita. In Via Roma, ci concediamo dei deliziosi biscotti casarecci alla marmellata in un forno davvero bizzarro: il “Forno pane dolci prodotti tipici” trasmette allegria con le sue ruote colorate appese ai muri.
Continuo a passeggiare per la via principale di Radicofani e incontro un importante edificio, il Palazzo Luchini. Era dimora della ricca famiglia dei Brugi, e qui la nipote Matilde Luchini vi fece costruire un grande giardino Romantico, il Bosco Isabella, che ancora serba numerosi misteri. Parte del palazzo venne poi trasformato in una pensione d’élite, ospitando personaggi storici, come Gabriele D’Annunzio.
Il Giardino Romantico Esoterico “Bosco Isabella”
Mi addentro tra i fitti alberi di leccio e cedro. Nulla è come prima. Le costruzioni in pietra hanno lasciato il passo al bosco, ai ruscelli, alle foglie, al terreno umido. Ora sono immersa nella natura. Il cinguettio degli uccelli mi circonda e il fruscio del vento tra le fronde diventa melodia. Alberi, prati, siepi e specchi d’acqua si fondono perfettamente fra di loro, come le note di una canzone.
Riconosco intorno a me i canoni del giardino romantico inglese. Ogni elemento naturale sembra così selvaggio, ma allo stesso tempo la natura non è mai incolta. Attraverso un ponticello in legno, scricchiola, ma mi porta davanti ad una costruzione insolita in un bosco. È una piramide maestosa, dai gradini in pietra ben riconoscibili. Ha un non so che di misterioso ed esoterico, quasi tetro.
Il Bosco Isabella era stato costruito nel XX secolo per il diletto e il riposo, ma è anche ricco di simbolismi. C’è un ideale di solidarietà massonica nella costruzione del giardino, come segno d’alleanza tra l’antica aristocrazia locale e la nuova classe borghese emergente. Nel Bosco Isabella si nasconde una sorta di percorso iniziatico-esoterico, e la piramide è il simbolo per eccellenza della loggia massonica.
Le Posta e la Fontana Medicea
Uscita dall’intrigante Bosco Isabella, volto a destra per arrivare ai piedi del borgo. Qui sorge la Posta Medicea, fatta costruire dal Granduca Ferdinando I de Medici nel 1584. Fu per molti anni rifugio dei pellegrini che viaggiavano sulla Via Francigena, ospitando molti personaggi illustri come Stendhal, Goethe e Dickens. A soddisfare i bisogni dei viandanti, il Granduca fece costruire anche la Fontana Medicea.
Cosa vedere a Radicofani: la Rocca di Radicofani
La Rocca di Radicofani domina il borgo dall’alto della collina. Non mi lascio certo sfuggire la chicca del paese, nonostante i venti minuti di dura salita. Arrivata in cima mi invadono due sensazioni: delusa incredulità per aver scoperto che ci si poteva arrivare comodamente in auto. Ma meraviglia per la splendida vista sulle colline e sul Monte Amiata, il vecchio vulcano spento della Val d’Orcia e della Maremma.
L’ingresso alla Rocca costa 4 euro e ne vale assolutamente la pena! A partire dai cunicoli sotterranei, rivivo la storia della fortezza e della signoria del “bandito gentiluomo”, Ghino di Tacco. Percorrendo i camminamenti delle mura, vedo le postazioni di tiro e i bastioni. Poi, salendo i tre piani della torre, visito il Museo del Cassero, con i suoi reperti archeologici risalenti all’età etrusca, fino al Cinquecento.
Ma è in cima alla torre merlata che mi accoglie la sorpresa: i tetti rossi d Radicofani sembrano piccole formiche ai miei piedi, le colline della Val d’Orcia, con le loro sfumature dorate, sembrano infinite. Solo il Monte Amiata blocca l’orizzonte per far spazio al cielo. Ma se volto lo sguardo in direzione Sud, la vista spazia fino al Lago Trasimeno e la magia della Rocca si compie.
Cosa vedere e cosa fare vicino a Radicofani
Non c’è dubbio. Radicofani è una perla della Val d’Orcia, ma tantissimi altri sono i tesori incastonati tra le colline di questo territorio. Borghi medievali che riportano indietro nel tempo, storiche cantine che onorano la prelibatezza del vino toscano, piccole chiese immerse nella natura che fanno emozionare. E in un weekend si possono visitare tutti, innamorandosi a prima vista!
Ti consiglio quindi di seguire il mio itinerario in Val d’Orcia, per meravigliarti davanti alla bellezza della Toscana.
Pinna l’immagine su Pintrest!
Ti aspetto sul mio profilo instagram per continuare a viaggiare con me “oltre le solite mete”!
Se ti è piaciuto l’articolo su cosa vedere a Radicofani, lascia un like e condividi con i tuoi amici!
Iscriviti alla newsletter qui sotto per rimanere aggiornato sui miei racconti di viaggio!
La Val d’orcia è il mio sogno è vedrò di abbinarci sicuramente il bellissimo borgo di radicofani, grazie!
Non ti deluderà. Radicofani è molto diverso dagli altri borghi della Val d’Orcia! Grazie a te😊
ciao Luna, devo andare in Val D’Orcia inizio agosto, non so se arriverò fino a Radicofani. Hai altro da suggerirmi nella parte vicino alle terme di San Filippo? alloggeremo proprio lì. Alessandra
Ciao Alessandra! Anche se l’articolo è abbastanza completo per quanto riguarda la Val d’Orcia, ti consiglio di non perdere anche Montalcino con le sue cantine e l’Abazia di Sant’Antimo. Se ti piace saperne di più sulla produzione del Brunello di Montalcino, potresti prenotare in anticipo la visita ad una delle cantine. Noi abbiamo visitato Mastrojanni e Casanova di Neri. Si trovano a circa mezzo’ora dalle terme e potresti aggiungerle come tappa dopo la visita a San Quirico. Buona Val d’Orcia!
Oltre ai suggerimenti del commento precedente, ti suggerisco anche di leggere questo articolo.https://www.lupiingiro.com/viaggi/itinerario-in-val-d-orcia-in-auto-3-giorni-tra-borghi-e-colline/
è un’immersione di 3 giorni nella Val d’Orcia. Troverai tante informazioni che possono ispirare il tuo viaggio 🙂