Cuba non si riconosce solo dalle spiagge bianche di Varadero, dall’allegra Casa della bachata a Trinidad, o dalle verdi vallate sfumate di rosso di Viñales . Cuba è portatrice della sua singolare storia, intrinseca in ogni cubano. Ecco la commovente testimonianza che tutti dovrebbero leggere.
Se avete voglia di immergervi in un mondo nuovo, dove le persone sono pronte a raccontare la loro vita, condividere emozioni e sorprendervi con la loro generosità, un viaggio a Cuba può regalarvi tutto ciò.
Abbiamo scelto Cuba nel 2016 come meta della nostra vacanza pensando al mare azzurro, al mito del Che Guevara e alla bachata.
Non sapevamo ancora che questo era solo un assaggio di ciò che ci aspettava.
Fin dal primo giorno abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con i cubani, capire le loro opinioni sul regime comunista, conoscere la loro storia, tutta personale e plasmante ognuno di loro.
Per tutto il viaggio On The Road siamo stati accompagnati da un driver molto giovane, Maiko, mentre gli abitanti del posto si offrivano di mettere a disposizione le loro case, ospitandoci con entusiasmo.
A La Havana, Trinidad, Vinales, e poi ancora a Moron, Cienfuegos, durante tutta la nostra vacanza abbiamo alloggiato presso abitazioni locali.
E lì’ ci si è aperto il mondo.
Maria ci ha raccontato di come siano belle l’istruzione e le cure mediche gratuite, garantite dal passato, da Fidel. Il marito invece si lamentava della minima paga ricevuta da un insegnante, si meravigliava di come un taxista possa guadagnare più di un medico.
Esaltavano e disprezzavano allo stesso tempo il loro antico governo, non riuscendo a comprendere questo ossimoro.
A Moron, ricordo invece come sia stato disponibile Rainier a condividere con noi i suoi pensieri. La difficoltà di importare beni dall’estero, la settimana di lutto nazionale al momento della morte di Fidel, e l’obbligo di silenzio assoluto durante quei giorni, pena il carcere. Le emozioni trasparivano dalle parole.
Ma ciò che ricordo con più commozione, è il vecchio al porto di Cienfuegos. Era la tipica mattina tranquilla, quel pacato momento della giornata in cui sembrava che la città si dovesse ancora svegliare. Il vecchio ammirava con i suoi occhi tristi una nave da crociera, comparire alle prime luci dell’orizzonte. Quale sarebbe stata la sua prossima destinazione? Da quale parte del mondo arrivavano i suoi viaggiatori?
“Ti piacerebbe essere su quella nave?” Ha chiesto mio padre. E lui, mani dietro la testa, capo chino, cominciò a piangere silenziosamente.
“Non posso parlare, qui è vietato” fu la sua risposta.
La rigidità dell’antico regime impone ancora oggi anche il ridicolo divieto di salire su una barca a motore, per paura che essi scappino verso Miami, a raggiungere il capitalismo americano.
L’obbligo di restare confinati dentro alla loro piccola isola ha reso Cuba un popolo succube, ma allo stesso tempo sensibile.
Sensibilità che si tramuta in entusiasmo quando per strada ti fermano e ti raccontano la loro storia, senza fini, solo per voglia di conoscere anche la tua.
Sensibilità che si tramuta in generosità quando disperatamente mio padre cercava delle verdure da cucinare, ma niente, nessun negozio aperto. Allora, una cubana incontrata per strada, lo chiama nella sua povera casa e gli dona tre pomodori e qualche cetriolo.
Le testimonianze di Cuba non solo materiali, come Plaza de la Revolucion, dove Fidel Castro promuoveva i suoi discorsi, ma anche umane. Coloro che hanno vissuto in prima persona la storia sono le maggiori fonti per comprendere l’identità di un popolo e quella di Cuba merita di essere conosciuta nel mondo.
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Wow!
Sono rimasto piacevolmente sorpreso. Articolo veramente gradevole da leggere, soprattutto per come sei riuscita a trasmettere le emozioni della tua esperienza a Cuba. Complimenti !
Parto col dirti che questo articolo è fantastico e che vorrei visitare Cuba al più presto. Ho sempre amato Cuba per la cultura, per la gente e la maniera in cui vivono la vita. In questo articolo invece si vede anche l’altra parte della medaglia ovvero le persone dentro, le loro vite, le loro sensazioni che sono un miscuglio tra il bene e il male e questa come cosa, ci fa conoscere al meglio lo stato in cui vive questa nazione, i veri problemi pero vissuti in prima persona. Grazie mille!
Che belle parole, grazie Enki 🙂
Articolo scritto molto bene e che riesce a trasmettere emozioni e voglia di partire verso Cuba!
L’aspetto più piacevole è stata la focalizzazione sui pensieri e modi di vivere degli abitanti, piuttosto che sui paesaggi e città/luoghi d’arte, i quali sono facilmente consultabili su libri di geografia e altri siti online.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo articolo!
Grazie Andrea, ti aggiorno presto 🙂
I miei più sinceri complimenti Luna. Davvero. Sei stata in grado di raccontare e in qualche modo anche mostrare a parole la quotidianità dei cittadini di Cuba al giorno d’0ggi. Per quanto mi riguarda sei riuscita ad andare oltre al solito articolo di viaggio e per quanto riguarda la scrittura, trovo che tu possa avere davvero talento.
Aspetto il prossimo! 🙂
L’articolo risulta molto scorrevole alla lettura. Ho apprezzato molto la cura con cui sono descritti i posti e il soffermarsi sulle emozioni che questi luoghi meravigliosi riescono a trasmettere. Un articolo davvero ben e scritto e non banale!