Chi mai avrebbe pensato che dormire una notte nel magico deserto dell’Oman Wahiba Sand sarebbe stata l’esperienza più emozionante dell’intero viaggio? Tra le dune infinite, incontriamo la cultura beduina. Nella notte stellata, antiche danze tipiche e storie davanti al fuoco ci trasportano nel passato.

Vi racconto una storia? È la storia di un vecchio beduino
che ancora oggi mantiene viva la sua cultura: millenni di tradizione della
tribù Wahiba.

O forse sarebbe meglio che ve la raccontasse proprio lui, Mr Obaid, come lui ha fatto con noi. Davanti al fuoco, sotto il cielo stellato del deserto e il silenzio della notte, riviviamo il passato, le antiche rotte carovaniere e le peripezie delle loro traversate.

in cima alle duna del deserto dell'Oman, Wahiba Sand

 

In cima alle dune del Wahiba Sand

L’arrivo nel magico Deserto dell’Oman

È il nostro quinto giorno in Oman. Da ore ormai abbiamo lasciato Raz al jeez, la riserva di tartarughe, e cominciamo ad addentrarci nell’entroterra, in direzione Wahiba Sands. Niente più spiagge e mare turchese. 

Ci abbandona anche il tipico venticello della costa, unica sopravvivenza al calore omanito invernale. Ma dai finestrini oscurati, cominciano a comparir piano piano i primi dromedari brulicanti i sottili rametti rimasti nell’aridità della terra. Molti dromedari e altrettante capre dopo, finalmente ci troviamo al confine col deserto. Ma si sa, la nostra macchinina non può procedere oltre.

È Mahila, moglie di Mr Obaid, a guidare il 4×4 verso l’accampamento beduino, il Wahiba Bedouin Rustic Camp. Una donna mussulmana al volante in un paese arabo? Non è una novità, ma solamente dall’anno scorso. Tuttavia Mahila e la maggior parte delle donne sono ancora molto restie a farsi fotografare e non ci concede nessuna foto. 

Attraversiamo il deserto Wahiba Sand a bordo del 4x4

 

Attraversiamo il deserto a bordo del 4×4 guidato da Mahila

Ora mi sento come su una giostra per adulti, cappottata qua e là dal sali e scendi delle ripide dune arancioni, ma rido di gusto all’adrenalina del momento. 

Se all’inizio si scorgevano ancora le casette ocra di chi vive fuori dal mondo, non rinunciando al contatto con la civiltà, ora davanti a noi è solo sabbia, un orizzonte infinito che delinea nettamente la linea del cielo. 

Dormire una notte nel deserto dell'Oman, Wahiba Sand, la nostra tenda

 

Wahiba Beduin Rustic Camp, la nostra tenda nel deserto

Dormire nel deserto in Oman: la mia esperienza al Wahiba Beduin Rustic Camp

L’ospitalità omanita? Potrei ripeterlo altre mille volte, lo avevo letto altre cento. Non ha eguali. Mr Obaid e tutto il suo staff beduino ci accoglie con tè e datteri, quei frutti dolcissimi che in Italia non potremmo mai assaggiare veramente. Ma è quasi il tramonto e non possiamo perdercelo dalle dune circostanti. 

La terra è ancora pianeggiante e comincio a correre, correre, con le braccia aperte e il fiatone verso il primo alto muro di sabbia. Sembra lontano chilometri. Sento il belare delle capre libere e lo strano grugnito dei dromedari chiusi nel recinto poco distante. Il mio cuore è caldo di gioia e per un momento mi sento di nuovo una bambina, leggera e felice.

Dormire una notte nel deserto dell'Oman, Wahiba Sand

Se non si ha mai scalato una duna in uno dei più grandi deserti del mondo, non si può capire la sorpresa della sua difficoltà.  Non si può capire la fatica dei piedi che affondano creando gradini naturali nella ripidità della sabbia. E non si riesce nemmeno a capire la soddisfazione nelle gocce di sudore sulla fronte arrivati in cima. 

A carponi per raggiungere la cima delle dune

 

A carponi, per raggiungere la cima delle dune

Che vista meravigliosa! È proprio come lo raffigurano nei libri, solo più infinito. Non c’è nulla al di là della prossima duna, solo un’altra duna, e un’altra ancora. Il vento scolpisce le loro singolarità e le rende uniche. Muove raso terra i granellini cancellando le sottili orme degli insetti. 

Spero non siano scorpioni! 

Il tempo sembra immobile, ma il sole infuocato ha già lasciato posto ad un cielo lilla, azzurro pastello e dopo aver ascoltato il silenzio, rotolo giù, con lo slittino della bimba francese!

bellissimo tramonto nel deserto Wahiba sand

 

Un meraviglioso tramonto nel deserto

Le danze tipiche omanite e beduine

Rinuncereste a ballare le tipiche danze omanite a fianco ad un esigente maestro beduino?

No, neanche se mascherati con khimar (velo) e jilbab (veste islamica) sotto cui sudiamo affannati. E nemmeno se con scarse doti, dobbiamo avanzare in solitaria al centro del cerchio, davanti ad ogni ospite del campo. Tutti ci siamo fatti trasportare dal ritmo della musica, persino i più restii, ridendo di gusto, fino alle lacrime. 

Le tipiche vesti omanite

 

Balliamo, travestiti con tipiche vesti omanite

È sempre Mr Obaid il regista. Dopo il tramonto ci invita nella grande tenda dai tappeti colorati e gli allegri cuscinetti a terra. Impariamo a ballare in coppia, ma è la War dance la scoperta più affascinante. L’avevamo già incontrata a Nizwa e ora siamo noi i protagonisti! Ballata dagli uomini in righe fronteggianti, un deciso suono di tamburi accompagna l’ondeggiare delle spade, le loro grida di guerra e le esaltazioni di coraggio in battaglia.

Solo poco dopo, il beduino ci rivela il profondo segreto della danza popolare. È in realtà un corteggiamento alla ricerca della futura sposa. La donna pilota la decisione: un sorriso o un capo chino di timidezza sono già la risposta chiara allo sguardo maschile.

Lasciamo questo momento di gioia goliardica perchè finalmente ci aspetta una deliziosa cena a buffet: capra alla griglia, humus di ceci, e biryani, riso accompagnato da carne fortemente speziata, proprio come richiede la cucina omanita.

Le storie davanti al fuoco 

È la passione per la memoria della sua tribù Wahiba che spinge Obaid a raccontare tutte le sere l’ennesima storia. Una memoria che rischia di essere cancellata per la recente modernizzazione delle poche tribù rimaste.

Alzo lo sguardo al cielo. Si vedono una miriade di stelle. Ma non normali stelle argentee visibili in una solita sera d’estate. No. Lontani chilometri dai centri abitati, spiccano le stelle anche più invisibili. Quei piccoli puntini bianchi quasi prevalgono sul nero del cielo.

I piedi scalzi nella sabbia gelida sono scaldati dal fuoco scoppiettante e so che intorno a me almeno altre otto persone stanno facendo lo stesso. Ma non si vedono. Riconosco solo il viso illuminato di Obaid, vestito del turbante e della tipica toga bianca locale.

le storie davanti al fuoco nel deserto

 

Mr Obaid racconta la sua storia beduine

L’atmosfera si trasforma e vengo ribaltata nel passato, quando quelle stelle così numerose erano la bussola dei carovanieri. Scopro che il dromedario è l’amico più caro al beduino. L’osso della spalla è una solida tavoletta per i bambini alle prime armi con la scrittura. L’urina mischiata al suo latte è considerata una medicina naturale. Le feci sono concime, mentre i loro peli intrecciati diventano coperte. 

Oramai però anche i più tradizionali beduini hanno ceduto al progresso. Non si guardano più le stelle, esistono i gps. I dromedari non tracciano più le loro antiche rotte nel deserto, ad essi si sono sostituiti i più moderni 4×4. Ora sono solo carne e latte per il proprietario o attrazioni turistiche per noi. Pure il nome del deserto rischia di essere cambiato dal governo, cancellando per sempre il ricordo della tribù Wahiba. Rimangono poco più di 100 uomini a portare alto lo stendardo della loro storia, della loro inimitabile cultura beduina.

Obaid ci racconta tutto questo con pazienza e commozione. E in lui si nota una scintilla di soddisfazione. Si ritiene più fortunato sia del padre che del figlio. È lui che ha sperimentato il passaggio: ha vissuto entrambe le ere beduine. Non è suddito nè di nuove tecnologie, né delle difficoltà del passato.

La notte è fredda, ma c’è talmente silenzio che posso udire il rombo di aerei alti nel cielo, almeno a 2000 metri sopra di me. Dormire una notte nel deserto dell’Oman, Wahiba Sand? L’esperienza che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita.

Il risveglio: Allattiamo e mungiamo le caprette!

Avete mai provato a mungere un animale? Non è semplice, ma
basta un po’ di pratica. 

Abbiamo rinunciato a vedere l’alba dalle dune per il sonno, ma non possiamo certo mancare l’appuntamento con le caprette e i cammelli. Mr Obaid non c’è questa mattina, sarà tornato in città ad accompagnare i figli a scuola. 

Ma i beduini del campo sanno bene cosa fare. Biberon alla mano, polvere di latte, e i capretti stanno già trotterellando per l’entusiasmo. Una capretta più bianca delle altre fa la furbetta e vuole impadronirsi di tutto il latte che c’è. Rido di gusto quando con un deciso calcio la capretta strappa dalla bocca il biberon del povero cucciolo che stavo nutrendo.

Il beduino del campo allatta una capretta

 

Il beduino del campo allatta una capretta

Ai dromedari spettano invece delle crocchette e del fieno. Si avvicinano incuriositi e maldestri, abituati ai nuovi amici da cui ricevono la colazione ogni giorno. Solleticano la mano! 

Cammello nel deserto dell'Oman, Wahiba Sand

 

I primi approcci con l’amico dromedario

È ormai tempo di proseguire oltre, verso altre terre inesplorate, verso nuovi orizzonti da varcare. Mahila ci regala due braccialetti fatti a mano, come segno della nostra amicizia, come ricordo incancellabile. Lo porto ancora, al polso, per ricordare in ogni momento lo scoppiettio del fuoco caldo sulla sabbia gelida, le risate fragorose durante i balli, l’immobile silenzio della notte. Lascio alle spalle anche questa avventura. Ora ci dirigiamo verso la capitale, Muscat dove un nuovo volo per il Sud dell’Oman ci attende.

Ti aspetto sul mio profilo instagram per continuare a viaggiare insieme!

Leggi anche l’itinerario tra Jebel Shams, Misfath e Nizwa e a Muscat

Se ti è piaciuta l’emozione dormire nel deserto Wahiba Sands, lascia un like, e condividi con i tuoi amici! 

Iscriviti alla newsletter qui sotto per rimanere aggiornato sui miei racconti di viaggio!

Salva l’immagine su Pintrest!

Dormire una notte nel magico deserto dell’Oman: Wahiba Sand, incontro con l’antica cultura beduina
Tag:     

3 pensieri su “Dormire una notte nel magico deserto dell’Oman: Wahiba Sand, incontro con l’antica cultura beduina

  • Febbraio 26, 2020 alle 9:49 pm
    Permalink

    Luna ciao. Una descrizione meravigliosa che fa venire voglia di catapultarmi nel tuo mondo descritto. Grazie.

    Rispondi
  • Giugno 7, 2020 alle 11:25 am
    Permalink

    Anche io sono stata al Wahiba Bedouin Rustic Camp! I racconti di Obaid nella notte stellata intorno al fuoco sono stati il regalo per il mio compleanno di qualche anno fa. Ancora mi ricordo dei suoi racconti sulla sua vita da nomade e di come il Sultano Kaboos ha aiutato la sua famiglia. Un’esperienza unica!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *