Chi non visita Parigi almeno una volta nella vita? Così viva, così rivoluzionaria. Sarà perché l’ho vista con occhi diversi? Niente scontri, niente gilet jaunes questo weekend. Ma c’è forse una forza ancora più dirompente, che non arriva al cuore della sola Francia. Una luce diversa la illumina. Vi porto con me a vedere Parigi in due giorni. Siete prontissimi?
È lo sciopero dei mezzi pubblici. Non usa violenza, ma coinvolge tutti noi. Dai cittadini francesi, costretti a dormire in hotel per arrivare in orario a lavoro, ai loro bambini, chissà come verranno portati a scuola. Ma anche il simpatico bolognese incontrato davanti alla metro, pieno di spirito, ma lamentante il disagio, e pure la moglie, con le gambe distrutte dai chilometri percorsi.
Con una sola linea funzionante (la 1), non siamo certamente entusiasti all’idea di attraversare tutta Parigi a piedi. Si è in effetti rivelato faticoso. Ma non avrei certo colto i dettagli, i piccoli particolari, di una grande città che troppo spesso viene ricordata solo per i suoi monumenti, il Louvre, la Torre Eiffel o la Basilica del Sacro Cuore.
Sapete cos’è veramente la prima cosa che si fa a Parigi? Ci si procura un po’ di pioggia, per sentire il profumo dei castagni nella foschia, per vedere l’asfalto luccicare, o i tavolini dei caffè raramente vuoti, per immaginare quel bacio sotto la pioggia nella perfetta atmosfera parigina, e magari pure le campane di Notre Dame in sottofondo.
Parigi in due giorni: itinerario del primo giorno
Suona la sveglia.
Due giorni per vedere e vivere Parigi non sono molti: ne devo approfittare.
Mi sento ancora appesantita dalla deliziosa cena della sera precedente: escargots, una profumatissima tarteflette al formaggio e mousse au chocolat.
Nel cuore del Quartiere Latino, avevamo trovato quasi per caso il Vieux Bistrot e, attratti dalla pittoresca facciata color rosso legno, ci immergiamo in un’atmosfera del tutto francese. Sento ancora l’odore del prezzemolo sulle lumache o l’entusiasmo per la perfetta cottura dell’agnello.
La sveglia è ormai suonata.
Colazione energizzante con tè e madeleine al Click Café per prepararci a raggiungere Gare de Lyon, la prima metro disponibile nel raggio di chilometri a causa dello sciopero.
Museo del Louvre: prima tappa
Non può essere che il museo del Louvre la nostra prima tappa.
Sbigottiti dalla totale assenza di fila (eh si, lo sciopero porta questi vantaggi), dedichiamo due orette alle opere più importanti. Siamo intenditori d’arte? Magari, ma non ne ho bisogno per ammirare la bellezza enigmatica della Gioconda o la perfezione della Venere di Milo. Parlano da sole.
Usciti dalla Printemps du Louvre, una galleria commerciale labirintica, ho la sensazione di ritrovarmi per la prima volta faccia a faccia con l’immensità di Parigi.
Ho davanti ai miei occhi i 5000 ettari di mondo di cui si è più pensato, più parlato, più scritto.
Jardin des Tuileries: seconda tappa
I vicini Jardin des Tuileries sono ormai spogli, ma una particolare musichetta natalizia, probabilmente di un vicino carosello, ci attira verso Rue Rivoli. Un mercatino natalizio, vivacemente colorato, costeggia i giardini. Che bontà per gli occhi i suoi gouffres (waffles), il vin brulè, e la sua tartiflette. O meglio ancora, la raclette, la tipica specialità francese dal formaggio fuso. È una delle rare volte in cui resistiamo alla golosità.
Torre Eiffel: terza tappa
La nostra meta è la Torre Eiffel, ma non è facile raggiungerla senza metro, sbattuti qua e là dalle raffiche di vento!
Costeggiamo la Senna, arriviamo a Place de la Concorde con l’alto obelisco, e dopo una mezz’oretta finalmente ci siamo.
Ma perché è così desolata? Perché i venditori di portachiavi quasi si accaniscono per accaparrarsi l’unico turista nei paraggi? Lo sciopero ha davvero reso invalidante la città.
Ma Parigi sarà sempre Parigi.
Non possiamo che goderci la quiete pranzando con una lunga baguette al formaggio, lottando con il freddo.
E per scaldarci? Scegliamo giustamente il più caro Cafè di Parigi, in fondo al Campo di Marte, e vi trascorriamo il pomeriggio. Cappuccino ed espresso? 11€, grazie.
Champs-Élysée: quarta tappa
Non resta molto tempo. Tra camminata e metro, ci vorrà almeno un’ora per tornare verso il V° arrondissement, dove l’Hotel Devillas ci aspetta.
Attraversiamo l’imponente Pont d’Alexandre III, aperto da due alte colonne dagli angeli dorati sulla sommità e passiamo di fronte al Grand Palais, con la più grande pista di pattinaggio al mondo. L’Avenue des Champs-Élysée, il più grande viale di Parigi per lo shopping di lusso, è riccamente addobbato con rosse luci natalizie e ci lascia con la bocca all’insù.
A cena? Quartiere Latino!
Anche stasera non rinunciamo a una bella cenetta nel Quartiere Latino, il più giovanile ed economico, centro della vita studentesca. E finalmente è arrivato il momento di assaggiare la famosa fonduta al formaggio e la tipica raclette.
Parigi in due giorni: Montmartre a piedi
Non potevo assolutamente accettare di non vedere Montmartre e il Sacro Cuore. Nessuna linea arrivava fino a Nord. Ma non dovevo arrendermi.
Ancora un po’ in dormiveglia, grido “Dobbiamo arrivare a Montmartre a piedi!”
È stata la scelta più brillante.
Passiamo di fianco a Notre Dame. La cattedrale è chiusa da alcune transenne, la facciata è invasa da alte impalcature in ferro. La campata posteriore non esiste più. Ci piange il cuore, e non possiamo far altro che restare qualche secondo immobili, pensando alla distruzione di quasi 900 anni di storia.
Ma del presente resta molto. Ci entusiasmano le viuzze dalle lucine natalizie, i negozietti di baschi francesi, i cafè coi tavolini variopinti quasi sulla strada, la ritmica musichetta del magico carosello, resi però invisibili da una fin troppo usata metro sotterranea.
Incrociamo l’Hotel de Ville, la chiesa di Saint Eustache, e poco dopo ci incuriosisce stranamente Rue du Croissant. Sbirciamo, nessun segno di pasticcerie.
Ma avanzando ad occhi aperti verso i sobborghi del IX arrondissement, pian piano, Rue Montmartre si comincia a popolare di fruttivendoli, pescherie, boulangeries e patisseries.
Che golosità al vanto indiscreto dei pain au chocolat, dei macarons più stravaganti o degli enormi croissants nelle vetrine volutamente invoglianti.
Non pensiamo più alla dieta. Non si può a Parigi. Ti verrebbe da assaggiare ogni dolcetto. E come non cedere?
Parigi in due giorni: Basilica del Sacro Cuore
Dopo quasi due ore di camminata, intravediamo con emozione le prime sommità della cupola del Sacro Cuore. Niente funicolare, chiusa anche quella, ma tanti tanti gradini colorati che ci accompagnano fino al più alto punto della città.
La vista è pazzesca. Si vede la cupola arrotondata del Pantheon sulla riva destra della Senna. Notiamo, come su una cartina geografica tridimensionale, anche l’alto grattacielo di Montparnasse, il quartiere letterario di Hemingway, e più in lontananza, la Torre Eiffel.
Siamo così immersi in ogni singolo attimo di Montmartre, dal Babbo Natale col suo asinello e il campanello squillante, ai canti degli artisti di strada, che volano via i pensieri.
E il Moulin Rouge? Beh, ormai tornati verso l’Ile de la Cité, realizziamo tristemente di averlo dimenticato!
La sera ci aspettava il volo.
Sembravano non finire più questi due giorni, così densi, pieni di futuri ricordi. Eppure la loro lunghezza temporale è esattamente la stessa dello scorso weekend, quello passato sul letto e davanti alla televisione, quello così velocemente trascorso.
Eppure ne vorrei ancora di tempo, vorrei fosse di nuovo domenica, per camminare ancora e ancora verso i giardini di Lussemburgo, rimbalzare da un banchetto all’altro del Marché des plants et des oiseaux, il mercatino di piante e uccellini, o semplicemente legare un lucchetto sul Pont des Arts.
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La maniera in cui trasmetti le emozioni e fantastica. La descrizione di Parigi delle strade, dei posti in cui tu sei stata e hai visitato mi fa sentire come se fossi lì. Dirti bel lavoro o hai fatto un lavoro fantastico è dir poco per descrivere il tuo articolo. Ben preparato in ogni aspetto è tutto come dovrebbe essere, quindi bravissima e continua così e vai avanti perché stai facendo un lavoro bellissimo con altissimo livello!
Ho letto questo articolo con un pizzico di tristezza in quanto sarei dovuta andarci tra poco più di una settimana ma per via del Covid19 è stata rimandata e spero nell’arrivo almeno di un voucher di rimborso. Con la speranza di poterci andare presto mi sono appuntata il tuo itinerario di due giorni in quanto sarà all’incirca il tempo di un weekend che potrò starci ☺
Grande, sicuramente rimedierai al più presto. Parigi è magica e merita proprio. Se vuoi frrti un viaggio virtuale intanto ti consiglio di vedere Midnight in Paris (se non lo hai già visto) 😁