Tra colline dorate e borghi medievali, nel cuore della Toscana si respira magia e pace. La terra dalle mille emozioni si chiama Val d’Orcia. Qui la natura è incantata. Calde sfumature ci fanno sognare, filari di cipressi si innalzano verso il cielo, mentre isolate tenute di campagna sorgono sulle vette delle colline. Ma Val d’Orcia non è solo natura. È il perfetto connubio tra storia e paesaggio, tradizione e bellezza. Sei pronto? Scopri cosa vedere in 3 giorni in Val d’Orcia e il magico itinerario in auto tra i borghi e le sue colline.
Amo la Toscana, così piena di storia e bellezza. Non ne ho mai abbastanza dei suoi borghetti, dei vigneti, dei panorami infiniti. E ogni volta che devo lasciarla, il rimpianto di non poter restare qui mi travolge e aspetto con trepidazione la prossima volta che ammirerò un suo tramonto.
Così, dopo aver visitato il Chianti, la Maremma, il Grossetano, non possiamo fare a meno di scegliere la Val d’Orcia come prima tappa del nostro on the road estivo tutto italiano. In due settimane ci addentreremo non solo nel territorio toscano dalle colline dorate, ma arriveremo anche a Gaeta (Latina), fino all’emozionante Costiera Amalfitana.
Ma un passo alla volta! È ora di lasciare nero su bianco il ricordo di un weekend lungo memorabile, grazie all’itinerario di 3 giorni in Val d’Orcia (in auto).
Itinerario di 3 giorni in Val D’Orcia (in auto): primo giorno
1. I Cipressi di San Quirico d’Orcia
Siamo partiti da poco più di un’ora da San Gimignano (Siena), dove abbiamo trascorso la notte. Per dirigerci verso San Quirico d’Orcia, imbocchiamo la storica strada che unisce Firenze a Roma, la Via Cassia (SR2). So che presto avrei incontrato uno dei simboli più belli della Val d’Orcia e dell’intera Toscana. Ma i Cipressi di San Quirico d’Orcia mi colgono di sorpresa, spuntano d’improvviso dopo un grande ponte! Svettano con le loro sottili e lunghe chiome verso il cielo, avvolti da un mare dorato di colline sinuose.
Si tratta di due gruppi di cipressi, dispersi nella natura in località “I Triboli”, segnando il confine tra Val d’Orcia e Valle dell’Ombrone. Per raggiungerli, è necessario lasciare l’auto in una piazzola di sosta ai piedi della collina ed incamminarsi su per una leggera salita sterrata.
Ammaliata dalla bellezza dei cipressi, mi domando l’origine di questi suggestivi alberi come simbolo della regione. Scopro che fin dai tempi antichi, il cipresso era amato dagli etruschi e dai pittori del rinascimento. Con la loro arte, essi hanno immortalato per secoli il venerato cipresso, rendendolo un elemento emblematico della Val d’Orcia, delle sue strade, dei poderi, dei confini di proprietà.
Ma il boschetto di Cipressi di San Quirico ha una storia singolare e diversa: smentendo ogni leggenda nata su di loro, oggi si sa che formavano un vecchio “roccolo”, ovvero una postazione di caccia per catturare gli uccelli.
2. Cappella della Madonna della Vitaleta
Risaliamo in auto per raggiungere un luogo speciale, ciò che mi ha fatto dire “andiamo in Val d’Orcia!”. È la celebre Cappella della Madonna di Vitaleta, una semplice e intima chiesetta che sorge in cima ad un colle, isolata nel silenzio della natura.
Per raggiungerla si può percorrere la SS146 di Chianciano. Si imbocca una stradina sterrata, fino a raggiungere un cancello chiuso. Da qui, in 10 minuti a piedi si raggiunge la Cappella. In alternativa, si può passeggiare per un sentiero sterrato che parte da Pienza, e in meno si un’ora arriva alla meta.
Noi scegliamo l’opzione più bella! In tarda mattinata, dopo la visita ai Cipressi di San Quirico, arriviamo all’Agriturismo Poderino, dove soggiorneremo per due notti. Già si vede da la piccola Cappella che spicca in lontananza all’orizzonte. Tra colline silenziose e campi coltivati a vigna e ulivi, percorro un sentiero meraviglioso. Si narra che in questo paradiso, la Vergine apparì ad una pastorella suggerendole che i fedeli si recassero in una bottega di Firenze. Lì avrebbero trovato la statua da porre nella Cappella della Madonna di Vitaleta.
E dopo dieci minuti, la bellezza è davanti ai miei occhi.
3. San Quirico d’Orcia
La prossima meta è il piccolo borgo di San Quirico d’Orcia, un’oasi senza tempo assolutamente da non perdere durante l’itinerario in Val d’Orcia. San Quirico si trova proprio nel cuore della valle, a metà strada tra Pienza e Montalcino, e per questo è la base perfetta per soggiornare nella “valle dorata”.
Lasciamo l’auto al parcheggio pubblico di Via dei Fossi e ci addentriamo nel paesello medievale costeggiando l’antica cinta muraria. Seguendo le torri e le torrette di guardia, oltrepassiamo una delle quattro porte della città, la storica Porta dei Cappuccini. Ed ecco che attraversato qualche vicoletto pittoresco, ci ritroviamo sulla via principale, via Dante Alighieri. Qui, ristorantini e piccoli bar popolano la viuzza, mentre testimonianze storiche rimangono impresse nella memoria del borgo.
Mi affascina l’Ospedale della Scala, col suo vecchio pozzo in pietra e fiori colorati ad ornamento. Anticamente era adibito a magazzino agricolo ed ospizio per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. Poco distante, sorge nella tipica sobrietà romanica la Chiesa di Santa Maria Assunta, incantevole nella sua secolare semplicità.
Ma San Quirico d’Orcia custodisce anche uno dei giardini all’italiana più belli della valle. In piazza della Libertà, un portico ad arco segna l’ingresso agli Horti Leonini, realizzati da Diomede Leoni nel XVI, non come luogo riservato a pochi ricchi, ma come “comodità ancora delli viandanti”.
4. Bagno Vignoni
Abbandoniamo San Quirico d’Orcia per dirigerci nella sua piccola frazione di Bagno Vignoni, un borgo davvero insolito e unico nel panorama del nostro paese. Al posto della tipica chiesetta e del ciottolato come una normale piazza italiana, qui si trova una grande vasca di acqua termale alla temperatura di ben 52 gradi alla sorgente!
Nella calura di fine luglio, non potrei apprezzare di più che un bel bagno rinfrescante. Ma qui mi devo “accontentare” dei numerosi effetti benefici delle miracolose acque alcaline, ricche di solfato, bicarbonato e minerali. Perciò partite anche voi armati di costume e telo! Ai piedi del colle su cui sorge Bagno Vignoni e il suo Parco dei Mulini, si trovano le Antiche Terme Romane Libere (gratuite), dove a stento ho trattenuto la voglia di tuffarmi tra i suoi fanghi.
5. Bagni San Filippo
Ma ancora non ne avevo abbastanza di acque calde, paesaggi insoliti e benessere. Così, attratta dalle strane foto in rete di una certa “balena bianca”, il nostro itinerario in auto prosegue verso Bagni San Filippo.
Lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento lungo la strada principale del borgo, e seguiamo il caratteristico odore di zolfo, fino ad incontrare un sentiero indicante “Fosso bianco”. È qui che si trovano le particolari terme di San Filippo, immerse in un fitto bosco che rende la natura circostante incontaminata. Piscine d’acqua si susseguono lungo il corso del fiume, collegate tra loro da piccole cascatelle. Ma la vera unicità di Bagni San Filippo sono le sue formazioni calcaree, così grandi da disegnare insolite figure, come appunto la “balena bianca” e il “fosso bianco”.
Bagni San Filippo è un luogo nascosto, quasi custodito come un segreto tra gli sfarzi della Toscana. L’accesso alle terme è gratuito, ma proseguendo il percorso nella rigogliosa vegetazione, si può accedere allo Stabilimento Termale a pagamento.
6. Castiglione d’Orcia
Mi definiscono instancabile. Ed infatti sono eternamente in corsa per nuove scoperte. Il tempo del relax a Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, per me è quasi una pausa di troppo nell’itinerario. Perciò ho avuto ancora una briciola di tempo a disposizione visitare il borghetto pittoresco di Castiglione d’Orcia. Sulla sua sommità sorgono le rovine della Rocca degli Aldobrandeschi, mentre i vicoletti ospitano qualche raro ristorantino perfetto per una cena romantica e lontana dalla massa turistica.
Nella pizzetta su cui si affaccia il Palazzo Comunale, incontro una coppia di vecchietti, che quasi mi emozionano. Raccontano di come, una volta in pensione, siano voluti tornare nel loro tranquillo paese natìo, rimasto così intatto fin da quando, in tempi lontani, lo hanno conosciuto.
Itinerario di 3 giorni in Val D’Orcia (in auto): secondo giorno
1. Pienza
Il secondo giorno del nostro on the road in Val d’Orcia inizia con un delle chicche della Toscana: Pienza, la “città ideale” del Rinascimento. Non vedevo l’ora di vederla, così bella da essere stata scelta come location di molti film, tra cui “Il gladiatore” di Ridley Scott. Così “italiana”, da essere la patria di un rinomato formaggio, l’ottimo Pecorino di Pienza. Così storico, da sembrare dipinto da un artista rinascimentale
Parcheggiamo ai piedi del borgo, sulla SP18, e ci addentiamo nei vicoletti pittoreschi, fino ad arrivare alla piazza principale, dedicata a Papa Pio II. Pienza è infatti il risultato della volontà di Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa. È stato lui a voler trasformare il suo umile villaggio natìo, Corsignano, in una città utopica, seguendo i canoni del grande Rinascimento italiano.
Il progetto fu portato a termine dall’umanista Leon Battista Alberti, e oggi possiamo meravigliarci dello splendido risultato. Nell’incantevole piazza ammiro il Duomo dell’Assunta, l’imponente Palazzo Piccolomini, antica residenza papale, il Comune e il “Pozzo dei cani”.
Pienza è anche una terrazza panoramica sulla Val d’Orcia. Da Via Il Casello, il punto più suggestivo, il mio sguardo rimane affascinato dall’orizzonte sconfinato, chiuso solamente dal lontano Monte Amiata, un vecchio vulcano spento.
Ma la visita a Pienza non può finire qui! Poco lontano dal borgo, si trova un luogo molto suggestivo: è la Pieve dei Santi Vito e Modesto, l’antica Pieve di Corsignano. Ai suoi piedi è stata girata la famosa scena del film di Ridley Scott, nel momento in cui il gladiatore accarezza il grano nei Campi Elisi. Sarà proprio in Val d’Orcia il vero paradiso? Io potrei crederci!
2. Montichiello
Durante il nostro itinerario in Val d’Orcia (in auto), non potevamo lasciarci sfuggire uno dei borghi medievali più tranquilli e autentici, Montichiello. Abbandoniamo quindi Pienza, per raggiungere la sua frazione, ma con una deviazione fuori dalle solite rotte turistiche!
Dalla Strada Provinciale del Monte Amiata (SP18), imbocchiamo una stradina leterale sterrata che porta all’Agriturismo il Casalino. E qui respiriamo la vera Val d’Orcia! Mi innamoro dei cipressi che spuntano isolati sulle colline, delle folate di vento che mi accarezzano i capelli, del silenzio che mi diverto ad ascoltare. Le sfumature dorate inebriano gli occhi, mentre la pace esalta il cuore.
Nel primo pomeriggio, anche Montichiello è così. Taciturno e silenzioso, ma che emana bellezza. Mi perdo tra i vicoletti in pietra e i suoi fiori variopinti, fino a raggiungere il “Teatro Povero”. È una semplice piazza, ma qui, ogni estate vanno in scena pezzi scritti proprio dalla gente di Montichiello, traendo spunto dalla vita quotidiana e dall’attualità, rappresentando la realtà degli stessi attori.
3. Montepulciano
L’ultima tappa della giornata è Montepulciano, al confine tra Val d’Orcia e Val di Chiana.
Lasciata l’auto ai piedi del borgo per qualche euro, raggiungiamo il viale principale, Via Gracciano, costeggiato da colorate botteghe dai prodotti locali. In piazza Michelozzo, noto una caratteristica unica in tutta Italia. È la statua di Pulcinella, sull’omonima torre, che scandisce le ore a suon di campane.
Montepulciano è famoso soprattutto per il suo Vino Nobile di Montepulciano. Le enoteche e le cantine sono molte, ma in particolare mi affascina la Cantina Ercolani e la sua grande insegna “Città sotterranea”.
Nei meandri di Montepulciano, la cantina conserva infatti le preziose botti in rovere dove il pregiato vino porta a termine il processo di invecchiamento. In una suggestiva atmosfera gotico rinascimentale, incontro anche due autentiche tombe etrusche, le celle dove i ghibellini trovavano rifugio, le vecchie officine della città e gli antichi pozzi.
La visita alla Città sotterranea, seguita da un tris di ottime degustazioni, è totalmente gratuita.
Itinerario di 3 giorni in Val D’Orcia (in auto): terzo giorno
1. Radicofani
Per il terzo giorno del nostro itinerario in Val d’Orcia (in auto), scelgo una sola e unica tappa, Radicofani, per scoprire il volto più remoto di questa terra. Radicofani è ricco di sorprese e misteri. Il paese medievale custodisce un giardino romantico molto particolare. È il Bosco Isabella, costruito a fine XIX secolo dai Luchini, per ricreare un tempio massonico all’aperto.
Ma è dalla torre della Rocca di Ghino il Tacco che si respira meraviglia! Arroccata su un’alta rupe, domina l’intero panorama della Val d’Orcia. Le casette dai tetti rossi sono diventate formiche al mio sguardo, mentre il lontano Monte Amiata sembra così vicino!
Leggi l’articolo completo! Cosa vedere a Radicofani: panorami e magia in Val d’Orcia
Dove dormire in Val d’Orcia: Agriturismo Poderino
È proprio durante il mio itinerario in Val d’Orcia che ho capito quanto sia importante la scelta dell’alloggio, come parte integrante dell’esperienza. Ho soggiornato due notti all’Agriturismo Poderino, ed è stata la scelta migliore che potessi fare!
L’Agriturismo Poderino si trova a San Quirico d’Orcia, nel cuore della valle e in posizione davvero privilegiata. Immerso nella natura e nel silenzio, il casolare in pietra mantiene intatta l’autenticità e la tradizione dell’antico territorio toscano. La bellezza delle colline lo circondano, insieme alle vigne e agli uliveti coltivati dalle sapienti mani di Luciano e del padre. È da qui che nasce l’Olio Extravergine d’Oliva e l’ottimo Vino Doc Orcia del Poderino, che ci ha deliziati durante le nostre serate in Agriturismo.
La mattina ammiravo meravigliata il panorama mozzafiato: da Castiglione d’Orcia, alla Cappella della Madonna di Vitaleta, fino al Monte Amiata. La sera, con un calice di vino in mano, guardavo le miriadi di stelle e la via lattea, mentre il mio corpo si rilassava nella calda vasca idromassaggio dell’agriturismo. E pensavo quanto fosse bella la vita!
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Se ami anche tu i paesaggi toscani, leggi anche il mio itinerario nel Chianti!
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