La terra. Un amore, una filosofia, una missione a cui dedicare anima e cuore. È questo il principio enologico di Podere Vecciano e del suo proprietario, Davide Bigucci, che portano ad essere la sua cantina una delle più rappresentative del territorio di Rimini.
Era un weekend di quelli uggiosi, a Rimini, città in cui vivo da qualche anno per studio. Niente sole, niente pioggia, niente vento. Il tipico sabato da divano, si poteva pensare.
Ma c’è una passione in noi che risplende come il sole nelle giornate più limpide, una scintilla che non si spegne nemmeno nelle giornate più grigie. È il Vino. È l’amore di ogni produttore per la sua terra. È l’universo che lui riesce a creare all’interno di ogni sua bottiglia.
Da qualche anno ormai inseguo colline e terre vitate, insieme a Raffaele. Una passione che nasce per caso, ma che col tempo ci ha regalato momenti unici, sapori veri e persone autentiche.
Quella giornata così uggiosa, non ha spento il nostro entusiasmo. Anzi, ci ha portato a scoprire la nostra prima cantina dell’entroterra di Rimini, tra le viti dormienti di novembre e la pace della natura invernale.
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Podere Vecciano: l’amore per la terra
Una sala degustazione dalle pareti vetrate, che completamente si immerge nella natura circostante. Un pozzo ben curato, con dei giocattoli qua e là. Quei colli vitati che ci fanno venire subito voglia di assaggiare i loro nettari. Sono queste le immagini che per prime ci accolgono arrivati a Podere Vecciano.
Ad una ventina di minuti in auto da Rimini, nel comune di Coriano, si trova una delle cantine romagnole che meglio racconta il territorio riminese. Sia nelle bottiglie, per la massima valorizzazione dei vitigni autoctoni, che nelle appassionate parole di Davide Bigucci.
Davide Bigucci, proprietario dell’azienda agricola, insieme alla moglie Catia, ci ha fatto sentire subito a casa. Dopo un breve tour nella loro cantina, siamo stati accolti nella sala degustazione ed è lì che abbiamo potuto comprendere la vocazione del terroir di Podere Vecciano. I terreni, il microclima favorito dalla vicinanza del mare, la sapiente mano dell’enologo Francesco Bordini, la filosofia e la saggezza di Davide Bigucci danno vita a diverse interpretazioni artistiche, ma unite dallo stesso fil rouge: l’espressione di un territorio magico, come quello riminese.
Ed è proprio questo l’intento di Davide Bigucci: interpretare e allo stesso tempo salvaguardare la natura, creando, come lui stesso definisce , “Il Vino che ama la Terra”
Ma come riuscire in questa missione?
Agricoltura biologica e vitigni autoctoni:
Per Podere Vecciano la strada è solo una, un’agricoltura etica, rispettosa e sostenibile. Niente pesticidi, niente chimica tra le viti, solo zolfo, rame e preparati naturali, come concesso dal regime biologico. Solo così la terra riuscirà ad esprimere la sua anima all’interno della bottiglia.
Ma non basta.
Sono il Famoso, il Bombino bianco, il Grechetto Gentile i veri protagonisti di questa realtà. Vitigni autoctoni che al meglio vengono valorizzati. Se, dopo una lunga ricerca di recupero dei vitigni del territorio, le uve di Famoso danno origine a Pian Delle Marne, un Cru dal carattere fresco, sapido e dalle note aromatiche, Vigna delle rose invece esprime a tutto tondo l’indole del Bombino Bianco, o Pagadebit, un vitigno che dà origine a vini freschi e piacevoli, e allo stesso tempo eleganti e precisi.
Chiudiamo la degustazione con due calici di Romagna Sangiovese Doc, tra cui uno Riserva. È il “D’Enio”, un vino che solo dal nome racconta la magnifica importanza della tradizione e delle radici famigliari. Enio Bigucci è stato il fondatore dell’azienda agricola, l’origine di Podere Vecciano, un solido germoglio da cui è nata la passione del figlio. E assaggiando quel vino color rubino, mi avvolge la soave sensazione di casa e tranquillità che solo un Sangiovese riesce a darmi, una serenità gustativa che proviene dalla piacevole tannicità, ammorbidita dal lungo affinamento in botte di rovere.
Una riscoperta del passato: Anphora di Vecciano
C’è una chicca però tra le etichette prodotte da Podere Vecciano. Si tratta di un ritorno alle origini, di una fantastica interpretazione personale del passato. Affascinato dall’antica arte della vinificazione in anfora e avvicinandosi sempre di più alla viticoltura biodinamica, Davide Bigucci fa provenire direttamente dalla Georgia alcune anfore in terracotta, in cui vinificherà il vitigno più significativo dell’area romagnola: il Grechetto gentile. Il risultato è l’Anphora di Vecciano, un vino che unisce, in tutte la sua eleganza, i caratteri eterei della terracotta e la naturalezza del terroir.
Da Podere Vecciano non ce ne andiamo a mani vuote. C’è un bagaglio di infinite emozioni che portiamo con noi. Durante la degustazione, notiamo un piccolo libricino: racconta il mondo di ogni calice di vino in versi. Ce ne innamoriamo. Davide e Catia insistono perché venga a casa con noi. Questi sono i piccoli gesti che ogni giorno ci fanno innamorare sempre di più di questo mondo. La giovialità romagnola di Davide e le parole piene di amore per la sua terra ci rimarranno impressi a lungo. E ovviamente, con noi non può che venire anche una delle loro bottiglie!
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